ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Moderatore: Giuseppe Sirni

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Giuseppe Sirni
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ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da Giuseppe Sirni »

Carissimi amici del forum,
le vacanze sono finite (almeno per me) ed è tempo di bilanci.
Mi limiterò sull'argomento arte, per quanto rigurda l'estate amastratina 2008 avremo sicuramente tempo per parlarne nel momento in cui tutti saranno tornati ai "posti di combattimento" :D
Come preannunciato in un post precedente, dal 14 al 17 agosto, in via Civita, si è svolta la mostra "Mistretta 2008 - Artisti per il Centro Storico - I luoghi della memoria".
La mostra organizzata dal grande Enzo Salanitro in collaborazione con Artestudio, l'Associazione Progetto Mistretta e il patrocinio del Comune di Mistretta e l'Assessorato del lavoro, della previdenza sociale, della formazione e dell'emigrazione della Regione Sicilia, ha visto protagonisti 24 artisti di Mistretta e di Catania (Artestudio).
Ancora una volta, questa mostra è dedicata, come scrive Enzo Salanitro nel catalogo, "....al drammatico scenario della Casazza distrutta...". A tal proposito, per i più distratti, invito a rivedere le foto di Lucia Graziano sul numero di Giugno del "Il Centro Storico".
Non aggiungo altro per il momento, aspetto le vostre impressioni sull'evento.
Per visualizzare correttamente la foto cliccare col tasto destro sull'immagine e scegliere "visualizza immagine".
Allegati
Via civita durante la mostra per il centro storico
Via civita durante la mostra per il centro storico
mostra agosto2008 005.jpg (99.72 KiB) Visto 23319 volte
installazione di Giuseppe Sirni
installazione di Giuseppe Sirni
mostra agosto2008 001.jpg (85.26 KiB) Visto 23319 volte
Giuseppe Sirni
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Giuseppe Sirni
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Re: Mistrettesi nel mondo

Messaggio da Giuseppe Sirni »

Gentile dott. Tita,
la ringrazio per i complimenti sul lavoro svolto per il forum.
su palazzo tita ho delle foto dell'interno, fatte all'epoca della mia tesi che si occupava del degrado della pellicola pittorica della pittura murale. tra i vari palazzi amastratini, avevo avuto la possibilità di visionare e fotografare (ringrazio ancora i proprietari) il bellissimo ingresso e la scalinata decorati in stile pompeiano e le pitture di uno dei soffitti del secondo piano. se riesco a recuperare le foto, farò in modo di fargliele avere.
cordialità.
Giuseppe Sirni
Guglielmo Tita
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Re: Mistrettesi nel mondo

Messaggio da Guglielmo Tita »

Caro Signor Sirni,

La invito a chiamarmi semplicemente Guglielmo. Un invito che estendo a tutti i frequentatori del Forum.

Mi farebbe un immenso piacere visionare le fotografie dell'interno del Palazzo Tita. Tuttavia non credo poterle mettere sul sito wikipedia senza l'esplicita autorizzazione dei proprietari attuali del palazzo.

Ho visitato il sito da lei indicato in uno dei suoi primi messaggi dove ho potuto apprezzare alcune sue opere:
http://www.saatchi-gallery.co.uk/yourga ... 12605.html

Tra tutte, due mi hanno particolarmente attratto: Gheisha e African woman. La prima mi fa pensare a Frida, per l'intensità, la varietà ed i contrasti cromatici. Della seconda, mi piacciono molto l'austerità dell'aspetto formale e la bitonalità cromatica (blu e rosso). La Donna mussulmana esposta più recentemente a Mistretta suscita un senso di disagio. Non tanto per la scultura in sè, ma per il contesto che la circonda che crea un'atmosfera "dissonante". Il velo é sicuramente oggetto di riflessioni e discusioni, ma credo che queste siano esacerbate dal contesto culturale del luogo dell'esposizione molto diverso da quello delle regioni islamiche.

Congratulazioni comunque per la sua interessante ricerca artistica!

Cordiali saluti,
Guglielmo
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Giuseppe Sirni
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Re: Mistrettesi nel mondo

Messaggio da Giuseppe Sirni »

Gentile Guglielmo,
mi fa piacere il fatto che lei abbia apprezzato il mio lavoro, che le assicuro, porto avanti con serietà e onestà intellettuale.
Nelle mie opere la donna ha un ruolo importante, quasi tutta la mia produzione la vede protagonista. In "Geisha" che risale a più di 10 anni fa, più che a Frida kahlo, mi sono ispirato al grande Matisse, averlo scoperto mi ha cambiato la visione della pittura, insieme agli espressionisti tedeschi. Ricordo che lo realizzai in agosto in 2 giorni, preso da un'urgenza irrefrenabile, tanto che lo volli esporre, nonostante fosse ancora fresco, alla collettiva di pittura che quell'anno si svolse lungo i portici del centro di Mistretta.
La "Donna Africana" è più recente(2004). qui invece mi sono ispirato alle icone bizantine, che potrà riscontrare nella posa volutamente serie e austera. ma nello stesso tempo ho voluto creare un forte contrasto cromatico. la figura blu(colore primario) si staglia su un fondo arancio(complementare del blu). per me il colore è importante, un quadro per funzionare, ogni elemento deve dialogare con quello che gli sta vicino. è come una composizione musicale, ogni nota, ogni armonia e ogni dissonanza compongono uno spartito.
Per quanto riguarda la donna musulmana di questa estate, mi permetto di dirle che non sono d'accordo con lei. lo stridere col contesto è voluto. lei crede che quando facciamo queste iniziative lo scopo è solo quello di far vedere come siamo bravi a dipingere asinelli, muli e stradine e in generale il passato di Mistretta?
C'è chi lo fa, ma io come tanti altri ci sottraiamo a ciò, non ci interessa. chi viene a vedere la mostra per il centro storico si deve beccare un bel pugno nello stomaco. è troppo scontato farsi un bel giretto per le viuzze e guardare dei bei quadretti da corniceria come fa la mucca che guarda passare il treno. voglio che la gente rifletta, che gli rimanga dentro qualcosa. dobbiamo smetterla di pensare che l'arte debba essere popolare. l'arte non è mai esplicita. bisogna educare il popolo e dotarla degli strumenti per capirla.
La donna musulmana era li per dire che ci sono posti nel mondo in cui le donne non hanno alcun diritto. E il prossimo anno, sempre che la cosa vada in porto, proporrò un'installazione ancora più forte.
Io non so che idea si è fatto di Mistretta. a parte le iniziative di cui lei viene a conoscenza attraverso il giornale e internet, per il resto c'è una decadenza culturale allucinante. La politica locale non è altro che lo specchio della società mistrettese.
Secondo lei cosa avrei risolto se avessi proposto la mia installazione in un paese musulmano? noi ci teniamo le nostre casette e i muli e loro le loro donne umiliate?

P.S. appena riesco a trovare il cd (sono passati 10 anni) le manderò le foto.
un abbraccio.
Giuseppe Sirni
Guglielmo Tita
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Re: Mistrettesi nel mondo

Messaggio da Guglielmo Tita »

Caro Giuseppe,

Nel suo intervento tocca molti argomenti, tutti interessanti e meritevoli di approfondimento. Ne scelgo uno che ritengo importante come spunto per una riflessione forse un po' rapida sulla "sua" Donna musulmana.

Sono pienamente d'accordo con lei a proposito del ruolo che l'arte può rivestire nel dibattito sociale. L'arte cubana é esemplare in questo senso. Sin dai suoi primi passi il dibattito sociale ha avuto un ruolo espressivo centrale, dando all'arte una connotazione politica importante. I temi trattati dall'arte cubana (ex: schiavitù, razzismo, colonialismo, comunismo, imperialismo) hanno però quasi sempre abordato questioni cubane. In altre parole, la storia dell'arte cubana riflette l'emancipazione di una società sulla base di una riflessione "dall'interno", senza influenze imposte dall’esterno.

In un’epoca in cui la "globalizzazione" costituisce una realtà ineluttabile, é normale che l'arte si interroghi anche su questioni che vanno aldilà di quanto strettamente associato alla società nella quale essa prende origine. Nel caso della Donna musulmana, lei evoca un problema (se così lo si vuole definire) relativo soprattutto (ma non solo) alle società islamiche.

Non condivido alcunamente la repressione della donna in tali società. Tuttavia, su un piano generale, credo che ogni società debba evolvere secondo ritmi e processi che gli sono propri. Un’imposizione di valori esogeni non solo avrebbe risultati perversi sull’evoluzione della detta società, ma ne impedirebbe quello che si potrebbe definire la metabilizzazione dell’apprendimento collettivo.

A titolo d'esempio, in Italia, paese dalla storia pluri-millenaria e culla del Rinascimento, il diritto di voto é stato riconosciuto alle donne soltanto nel 1945 ed é stato esercitato per la prima volta nel 1946. A ciò non ci si é arrivati dall’oggi al domani, ma attraverso un processo lento e difficile. Nel regno di Sardegna, il Codice Albertino considerava le donne come eterne minorenni, incapaci di assumere autonomamente decisioni e quindi senza capacità giuridica. Nel 1865, il Codice Pisanelli (primo codice dell’Italia unita) entrò in vigore esentando le donne nubili maggiorenni dalla tutela, allorché non fossero maritate. Nel 1873, fu concesso alle donne l’accesso alle professioni, eccetto quella dell’avvocatura. Nel 1877, gli fu riconosciuto il diritto di testimoniare in tribunale. Nel 1812, la riforma elettorale del quarto governo Giolitti estese il diritto di voto a tutti i maschi adulti, anche se analfabeti. Turati propose la concessione di tale diritto anche alle donne, ma senza successo. Soltanto nel 1919, la legge Sacchi abolì la tutela maritale. Infine, il ruolo attivo delle donne nella Resistenza portò finalmente al riconoscimento del diritto di voto alle donne.

Tale evoluzione non é legata al tempo ed alle date che la scandiscono, ma ad un’evoluzione basata soprattutto sullo sviluppo economico e sull’universalizzazione dell’educazione. Ogni paese islamico ha sue prerogative in termini economici ed educativi. Ogni generalizzazione sarebbe quindi vacua. É però necessario abordare la questione della donna musulmana con umiltà e comprensione, senza le quali ogni “aiuto” esterno avrebbe un effetto potenzialmente opposto.

Questa é una riflessione e non una critica. Ritengo importante il ruolo dell'arte ed ammiro il suo lavoro.
Cari saluti,

Guglielmo
dario di calì
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Re: Mistrettesi nel mondo

Messaggio da dario di calì »

Carissimo Sig. Giuseppe Sirni
mi scuso se mi intrometto fra il bel dialogo fra Lei e il Prof Tita,io non sono un esperto di arte ma credo che non esiste un arte popolana,ma esiste l'arte di cui ognuno (di voi) riesce a trasmettere, se anche disegnando untreno e una mucca, il pittore sia riuscito a trasmettere il suo pensiero bene questo è arte.
Beninteso questa è la mia personalissima opinione.vengo al dunque,Gentile Sig. Sirni mi levi una curiosità perchè nei suoi quadri primeggia il rosso e il blu,mi sono piaciuti "il paesaggio"e"ragazza alla finestra"su quest'ultimo ne vorrei sapere di più,grazie.
Saluti Dario
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Giuseppe Sirni
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Re: ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da Giuseppe Sirni »

........Riprendo il discorso iniziato nella discussione "Mistrettesi nel Mondo".

carissimo Guglielmo,
nella mia installazione non ho voluto assolutamente generalizzare. Denunciavo la condizione della donna in alcuni paesi dell'Africa sub sahariana dove viene praticata l'infibulazione (il fiume di sangue che spunta dalla parte inferiore della scultura). so benissimo che non tutte le donne arabe e musulmane non vivono in quelle condizioni. ma è anche vero che non possiamo far finta di nulla.
Non penso che io abbia la soluzione in tasca e non voglio neanche essere portatore di civiltà e democrazia (la guerra in Iraq docet). mi sembra che sull'argomento si siano mobilitate tutte le associazioni che si occupano dei diritti dell'uomo. non mi sembra che nessuno abbia mai avuto da ridire sulla circoncisione (anche se ultimamente un bambino è morto per questo, ma per scarse condizioni igieniche). L'infibulazione (non scendo nei particolari) è una pratica barbara, una violenza bella e buona, non ci sono elementi per cui si possa dire "è una questione culturale".
Non molto tempo fa, ho assistito in tv alla testimonianza di alcune donne Iraniane. cosa hanno detto lo può immaginare.

Gentile signor Dario,
io non ho assolutamente parlato di arte popolana. ho solo detto che l'arte non può essere popolare.
mi spiego. quando dico "popolare" intendo dire che l'arte non deve essere comprensibile a tutti i costi, sarebbe troppo semplice. non bisogna accattivarsi il pubblico proponendo qualcosa di facile lettura, ma che alla fine non vuol dire nulla. se avremo modo di incontrarci le farò vedere qualche esempio. quando parlo della mucca che guarda passare il treno non parlo di un quadro, ma dell'atteggiamento che a volte le persone hanno quando vanno a vedere una mostra. della passività con cui osservano le opere.
Mistretta ha prodotto ultimamente molti giovani artisti, che purtroppo non hanno la visibilità che meriterebbero. per fortuna, grazie ad Enzo Salanitro e all'amicizia che ci lega, siamo riusciti a portare nel nostro paese dei linguaggi diversi rispetto alla solita solfa. A noi non interessa certa arte ruffiana...chi vuol intendere intenda.

Per quanto riguarda la mia predilezione per il rosso e blu non lo si può spiegare a parole. sicuramente il blu nella mia tavolozza, sostituisce il nero, rappresenta il silenzio, la meditazione, la solitudine. il rosso mi da una sensazione di calore, di gioia, di vita. (nella mia casa la cucina è un gioco di rosso e blu...).
per quanto riguarda la ragazza alla finestra, non è altro che il ritratto di mia nipote Ilaria. ma naturalmente non ho voluto fare un ritratto fine a se stesso, è stato solo un pretesto per raccontare altro. osservi bene l'uomo allo specchio. se mette i 2 quadri uno di fronte all'altro noterà che dialogano fra di loro, formano quasi un dittico). le due figure si stanno guardando da dietro la finestra (l'uomo ne ha una di fronte, a parte quella alle spalle). il resto della storia lascio che sia lei ad immaginarlo...

un saluto a tutti.
Giuseppe Sirni
dario di calì
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Re: ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da dario di calì »

Caro Giuseppe,
TOUCHE'. Posso darle del tu ? proprio davanti al computer dove scrivo c'è attaccato un quadro (una litografia pardon) di Sassu " cavalli" credo che si chiami che strano, i colori che predominano sono proprio il rosso e il blu. Due come la vita e la morte, due come la bellezza e la morte che tu descrivi,ma io sono forse come quelle persone che mute e rispettose osservano un quadro sperando di capirci qualcosa.
un abbraccio e affettuoso raglio Dario
Giuseppe Ciccia
Redattore capo
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Re: ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da Giuseppe Ciccia »

cari amici, innanzitutto un appello: dov'è finito Paolo Giaconia. lui animatore di questi spazi non può sparire così, impunemente. ci dia notizie!

Scrivevo nel numero di settembre de Il Centro Storico, parlando della scultura di Sebastiano Leta, esprimendomi così: "L'opera d’arte è la parola dell’artista impressa nella materialità del mezzo e vestita della immaterialità del rapporto con il fruitore soggetto osservante. Il più delle volte il rapporto con l'opera d'arte si realizza con il contatto fisico tra possessore e materialità dell'oggetto e che si realizza con l'acquisto." oppure, potrei continuare, con l'osservazione quotidiana, periodica, sporadica, ma sempre con un contatto che non si interrompe, in un qualunque luogo o con qualunque mezzo che la multimedialità oggi ci propone. Quindi, il rapporto con l'opera (e indirettamente con l'artista) diventa soggettivo. E' un rapporto tra l'opera e il suo fruitore. L'artista quindi resta soggetto assolutamente libero nella produzione, lasciando all'opera d'arte il compito di dialogare con il pubblico, ma nel comntempo essa stessa è tramite tra l'artista ed il suo pubblico, costiuendone l'unico linguaggio. Tutto questo presume anche una certa capacità di lettura del soggetto terzo, quello che io chiamo "fruitore". più complesso è il dialogo, più capacità intuitiva occorre per cui si ritorna all'interrogativo che si poneva Giuseppe: quanto l'arte deve essere "popolare".- Io direi quanto l'arte deve essere portatrice di "messaggi" ed a quanti sono diretti questi "messaggi" o per meglio dire a chi sono diretti. Giuseppe Sirni ha indubbiamente acquisito un suo linguaggio, non difficilmente decifrabile, ed è felice rappresentante di una classe elevata di artisti che Mistretta ha prodotto. l'essere fuori dell'angusto ambiente mistrettese, il potersi confrontare con tutto un mondo molto più grande e culturalmente molto più avanti (duole dirlo) gli giova ( a lui come a Sebastiano Leta, per esempio) e lo mantiene sempre in un divenire artistico che lo pone (duole dirlo) più avanti di tanti altri. questo, sicuramente, gli consentirà, l'anno prossimo, di allestire una mostra collettiva che sarà ancora una volta un evento per la nostra città.
paologiaconia
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casa fare ?

Messaggio da paologiaconia »

Cari amici del Centro Storico, Caro Peppino,
Rispondo al tuo invito, e come vedi sono uno di quei pochi ( 7/58 a novembre ) che si è presa la briga di leggere il forum.
Penso che il mancato riscontro da parte dell’amministrazione ai problemi posti, abbia un po’ scoraggiato tutti e tutti ci siamo sentiti inermi, e di conseguenza anche il forum ha alzato le braccia.
E’ stato un errore puntare sulla politica ? forse si ! Ma era necessario per noi che amiamo Mistretta e vorremmo vederla migliore.
E allora ? non saprei, ma come dice Miriam, arrendersi mai !
Proviamo a darci un programma:
A questa amministrazione, che noi stessi abbiamo difeso e coccolata, ma che alla luce della realtà ci ha smerdato, da buonisti come siamo, concediamo ancora fino alla fine del mese per accettare un dialogo su questo forum e le relative spiegazioni, dopo di che : Amici come prima, ma ognuno per la sua strada, e prepariamoci per le prossime elezioni, cercando con oculatezza di puntare su persone con cui si possa dialogare e possano recepire le nostre proposte o almeno discuterle.
Certo dispiace assistere a questo tipo di comportamento da parte degli uomini che amministrano, mi correggo, che non amministrano la nostra Mistretta.
Certo, la maggior parte di noi non risiede e non vota a Mistretta, e quindi, per pura convenienza, non è il caso di perderci tempo, ma a quanto pare, qualcuno ci ascolta, viste le visite sul forum, e penso abbiano tutti la certezza della nostra buona fede e della volontà di cambiare le cose.
Ed allora. . . appuntamento alla mezzanotte del trenta novembre, e che Dio ce la mandi buona.
Un affettuoso abbraccio a tutti,
Paolo Giaconia
Guglielmo Tita
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Arte, Islam e tradizioni non islamiche

Messaggio da Guglielmo Tita »

Caro Giuseppe Sirni,

Riprendo lo scambio sulla sua opera Donna musulmana. Per quanto ne comprenda e ne condivida le motivazioni legate allo spirito di rivolta riguardo alla circoncisione femminile (infibulazione), credo che questa non debba essere confusa con la religione islamica.

É vero che tale usanza viene praticata in alcuni paesi africani sub-sahariani, ma ciò non vuol dire che essa sia associata all’islam. Nel Corano non si fa alcunamente riferimento all’infibulazione. In una hadith, narrata da Ibn Majjah, il profeta Maometto consiglia ad una donna praticante l’operazione dell’infibulazione, Omm Atiya, “di prendere dalla donna il minimo e di non eccedere, poiché ciò comprometterebbe il piacere del marito e la sua abilità a procurarle del piacere, cosa che renderebbe più probabile l’infedeltà” (traduzione libera dall'inglese). Tale consiglio, se considerato autentico, fu dato da Maometto a Omm Atiya che proveniva da una tribù dove per tradizione si praticava l’infibulazione. In un’altra hadith, considerata non autentica, viene detto che “la circoncisione é obligatoria per gli uomini e caritatevole per le donne”.

In nessun paese di "stretta" tradizione islamica viene praticata l’infibulazione, eccezione fatta per alcune regioni dell’Egitto e del Sudan. Nel paese che lei cita, l'Iran, questa non viene effettuata.

In alcuni paesi dove tale usanza era presente prima dell’arrivo dell’islam, quest’ultimo si é sovrapposto a una tradizione pre-esistente; per esempio, in diversi paesi dell’Africa occidentale (Nigeria, Niger, Benin, Ghana, Costa d’Avorio...). Ma ciò non é attribuibile all’islam.

Mi permetto di fare tale precisazione perché credo che si debba fare attenzione nell'associare un’usanza (ex: l’infibulazione) ad una cultura (ex: islam) che non la prescrive e non la pratica.

Ergo, se l’arte si erige a veicolo di idee e di lotte per l’emancipazione culturale, ciò deve essere fatto con responsabilità e nel rispetto delle culture in discussione.

Cordiali saluti

Guglielmo
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Giuseppe Sirni
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Re: ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da Giuseppe Sirni »

Gentile signor Guglielmo,
non ho mai detto: "islam=infibulazione". ho solo racchiuso in un'opera due realtà. so benissimo che in Iran non si pratica l'infibulazione, conosco bene il problema. non mi espongo senza essermi prima informato. non ho mai improvvisato.
ma un'opera d'arte non può essere così didascalica....mi spiace che abbia completamente frainteso quello che volevo dire.
ho voluto riassumere due problemi che affliggono le donne di alcuni paesi. la negazione dell'identità o del piacere sono 2 atti che nessuna tradizione o cultura può giustificare. l'uomo continua ad umiliare ed offendere la donna ed io ho voluto dare, nel mio piccolo, voce a tutte quelle donne che ogni giorno soffrono per l'ignoranza degli uomini.
Finiamola con questo buonismo e col politicamente corretto.
Buona serata.
Giuseppe Sirni
Guglielmo Tita
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Tra coerenza e percezione

Messaggio da Guglielmo Tita »

Caro Giuseppe,

La mia voleva essere una riflessione sul ruolo che l’arte può avere nel trattare certi temi. Non é una questione di buonismo o di politicamente corretto, ma piuttosto di messaggio coerente con il tema trattato, sui piani del contenuto e della forma.

Se il titolo della sua scultura fosse stato Donna mutilata (nell’identità e nel piacere), mi sarei trovato d’accordo con la figura femminile da lei esposta, in quanto sintesi di esperienze di diverse culture riunite in una singola scultura. Ma il titolo Donna musulmana dato ad una scultura raffigurante una donna musulmana infibulata può essere fortemente fuorviante, soprattutto se esposta in un luogo dove la cultura islamica non é ben conosciuta.

Non ho nulla in contrario con l’arte che spinge la provocazione o la riflessione ai limiti, ammesso che questi esistano. Mi trovo però in disaccordo quando questa può suscitare un’erronea rappresentazione della realtà. Questo é un principio applicabile a qualsiasi altro campo professionale.

Prenda questa mia piccola disquisizione come un apprezzamento per il suo operato e, se vuole, come spunto per una riflessione personale.

Buon settimana,

Guglielmo
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Giuseppe Sirni
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Re: ARTISTI PER IL CENTRO STORICO

Messaggio da Giuseppe Sirni »

Infibulazione: Mutilazione genitale femminile che consiste nella rimozione di parte delle grandi labbra, e cucitura dei lembi rimanenti in modo da lasciare solo un piccolo orifizio per il passaggio dell’urina e della mestruazione. Spesso è praticata in aggiunta ad altri tipi di mutilazione, quali la clitoridectomia (asportazione del clitoride e delle piccole labbra) oppure la escissione o circoncisione femminile (asportazione del clitoride, ritenuta la più “lieve” delle mutilazioni, denominata sunna in lingua araba). Viene eseguita su bambine di età compresa tra i 6 e i 10 anni, ma non sono rari i casi di neonate o adolescenti sottoposte a tale pratica.

L’infibulazione, come le altre forme di mutilazione genitale femminile, è diffusa principalmente in Egitto, nell’Africa centrorientale (con la Somalia al primo posto) e subsahariana; tuttavia, si calcola che attualmente vi siano più di 120 milioni di donne infibulate in tutto il mondo, e che ogni anno si registrino 2 milioni di nuovi casi. Essendo operata soprattutto in territori a prevalenza islamica, è opinione diffusa che l’infibulazione sia prescritta dalla legge coranica; in realtà, subiscono mutilazioni anche donne africane di religione animista e cristiana, e la pratica dell’infibulazione sembra avere origine nell’antico Egitto, quindi in epoca preislamica.

Laddove è presente, tale pratica costituisce un rito tradizionale necessario perché la giovane possa trovare marito e dimostrare la propria purezza; radicata in credenze arcaiche, nelle quali confluiscono suggestioni religiose, superstizione e ignoranza (ad esempio, si ritiene il clitoride un elemento dannoso al bambino durante il parto), l’infibulazione di fatto costituisce il modo per annullare il piacere sessuale femminile e “controllare” possibili infedeltà durante il matrimonio.

CONSEGUENZE DELL’INFIBULAZIONE
Specialmente nelle aree rurali africane, l’infibulazione è operata perlopiù in precarie condizione igieniche, dalle donne più anziane e senza anestesia; la mutilazione implica oltre a dolore fisico e shock nel momento in cui è praticata, anche conseguenze che perdurano nel tempo. Frequenti sono le infezioni delle vie urinarie e genitali, la formazione di cisti, possibili setticemie, emorragie, frigidità e sterilità. Il momento del matrimonio comporta una nuova lesione del corpo femminile, perché la parte infibulata viene sottoposta a taglio per permettere il rapporto sessuale; al momento del parto, l’apertura tra le labbra infibulate deve essere ulteriormente allargata per consentire la nascita del neonato, dopo la quale la donna deve essere nuovamente infibulata.

Ma anche nei paesi occidentali le condizioni igieniche dell’infibulazione non sono molto differenti: infatti, la mutilazione genitale, non essendo in genere accettata dalla cultura ufficiale, finisce per essere eseguita in strutture inadeguate o in clandestinità. Le famiglie immigrate possono addirittura fare ritornare le bambine al paese di origine per sottoporle alla mutilazione.

Dai primi anni Novanta del XX secolo è andata crescendo la mobilitazione delle organizzazioni non governative e dell’ONU per il riconoscimento delle mutilazioni genitali quali gravissime violazioni del diritto della persona all’integrità e alla salute.

L’Italia è attualmente il paese europeo con il più elevato numero di donne infibulate (sarebbero oltre 20.000 donne adulte immigrate). La recente legge n. 7 del 9/1/2006 “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” dichiara reato ogni “lesione o mutilazione genitale femminile, provocata in assenza di esigenze terapeutiche, al fine di condizionamento sessuale”, punibile con detenzione da 6 a 12 anni. La legge intende attuare i principi della Dichiarazione e del Programma di azione adottati nella IV Conferenza mondiale dell’ONU sulle donne, che ebbe luogo a Pechino nel 1995. (ENCARTA) :ugeek:

Carissimo signor Guglielmo,
Non sto a ripetermi su quello che volevo dire con quell'installazione, ormai mi sembra chiaro. oltretutto l'opera neanche aveva un titolo, perchè ha diversi piani di lettura e un titolo avrebbe potuto portare fuori strada il fruitore. infatti è quello che si è verificato. E' stato usato un titolo "fittizio" solo in seguito per individuare il file, ma non c'entra nulla col vero contenuto dell'installazione. la prossima volta metterò un cartello in cui spiegherò ogni piccolo particolare dell'opera.....(naturalmente questo non lo farò mai, altrimenti non avrebbe più senso).
Durante la mostra, ai visitatori ho ribadito quanto sopra, che è circoscritta ad alcuni paesi, etc...

Non capisco, mi perdoni, perchè dovrei fare una riflessione personale, su cosa? Pensa forse che con i miei lavori voglia contribuire all'odio verso la cultura islamica? Io amo la cultura islamica, la loro arte. :D
E non mi interessa neanche la questione religiosa. la religione Islamica è una cosa, l'integralismo altro. se è per questo, l'integralismo esiste anche nella religione cattolica. :o

Comunque sia, le mando un affettuoso abbraccio e la ringrazio per i sui interventi, almeno c'è qualcuno interessato all'arte con cui confrontarsi.

P.S. non ho dimenticato le foto di Palazzo Tita, ma devo andare a cercare nel box in qualche scatolone e non ho avuto ancora tempo.
Giuseppe Sirni
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