L'amore che non fu

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Moderatore: paologiaconia

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ROSIN60
Messaggi: 3
Iscritto il: 13 mag 2008, 0:28
Località: TORINO

L'amore che non fu

Messaggio da ROSIN60 »

Il coraggio e l’incoscienza, mi hanno portato al cospetto di platee ben più severe, di giudici più intransigenti, dei giudizi più diversi; superando in positivo ogni prova. Ma ciò che mi è sempre mancato, è il coraggio di sottoporre anche alla più benevola delle inquisizioni, le mie parole più care, nella certezza dell’incomprensione.
Solo tra di voi, tra i vostri scritti ed i vostri sentimenti, penso possa trovare il giusto essere di questo pensiero.

L' AMORE CHE NON FU
L’amore che non fu.
L’amore che non fu. Un sentimento, una storia, che accompagna molti. Donne, uomini, la cui vita è stata cambiata, mutata e ferita, da quell’amore che non fu.
L’amore che non fu. Una storia immensa che ha segnato tutto il tempo dell’ esistenza di chi lo ha vissuto.
L’amore che non fu. Che visse indelebile con la donna e che si spegne con lei.
L’amore che non fu. Una storia mai scritta, mai letta, mai detta. Una storia eremita, fuori dal mondo, fuori dal tempo, fuori dalla gente, anche dagli affetti più cari.
L’amore che non fu. Una parte così importante della vita, anzi la più importante, di cui non si parla, non si sa, e di cui si è gelosi. Di cui nessuno sa o si ricorda, ed è esistita nel nulla, anche se è stata la nostra vita, le nostre scelte, i nostri errori, le nostre emozioni, la nostra malinconia.
L’amore che non fu. L’unica cosa di cui abbiamo avuto vera paura.
L’amore che non fu. Cominciammo appena a conoscerlo, quando ancora adolescenti, scoprimmo Dante e poi Beatrice. Un amore che non fu. Non Giulietta e Romeo, che fu solo un amore tragico, contrastato, ma che è esistito. Più avanti negli anni, conoscemmo Casablanca, Il ponte di Waterloo, Per chi suona la campana : Amori che non furono.
Un amore che non fu. Ancora attuale. Alfonso Marchese, lo racconta a chi sa che può non capirlo, coprendolo tra righe e racconti che possano celarlo.
Amore voluto, non amore contrastato, non amore rifiutato, non amore impossibile. Solo amore che non fu.
Perché, non fu amore, quando fu amore. Poterono solo non amarsi, non fu amore negato, ostacolato o non voluto. Fu solo che amore non fu.
Perché ?
FRANCO FABIO
Messaggi: 2
Iscritto il: 23 apr 2008, 15:46
Località: BERGAMO

Re: L'amore che non fu

Messaggio da FRANCO FABIO »

Hai appena inviato il tuo pezzo.L'ho letto,riletto, riletto ancora ma ora me ne vado a letto.
Filippo
Messaggi: 7
Iscritto il: 9 mar 2008, 19:09
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Re: L'amore che non fu

Messaggio da Filippo »

Riflessioni "a cuore aperto" che affondano il dito sulla cicatrice che copre la piaga di un tempo ora vago e lontano. Mi ricordano una molto bella canzone di Fabrizio De Andrè che si chiama "Le passanti" (che egli, credo, compose sulla scia di una tematica cara a Leonard Cohen, del quale tradusse è cantò la bella "Suzanne") che Le suggerisco di reperire e ascoltare. Sia pure nella diversità della impostazione queste e quelle "riflessioni" hanno uno spirito comune. Il perchè (finale) credo è fuori di noi ma anche dentro. Dipende dal come siamo fatti e da tante altre cose. Un caro saluto.
Filippo Giordano
paologiaconia
Messaggi: 53
Iscritto il: 10 mar 2008, 22:05
Località: Palermo

Re: L'amore che non fu

Messaggio da paologiaconia »

Un amore che fu
In seguito alle dimissioni del mio precedente impiegato, mi accinsi alla ricerca di un suo eventuale sostituto. Mi fu segnalato in paese la disponibilità a ricoprire tale incarico un certo zù Tano nascarussa. Rintracciatolo facilmente in quanto molto conosciuto, lo interpellai sulla disponibilità e volontà a venire a lavorare con me, “addivarisi” come si diceva in gergo. Addivenimmo ad una trattativa sulle condizioni, che si dimostrò più facile del previsto, in quanto le richieste di Tano erano molto semplici : Nessun salario e vino a volontà. Le richieste mi sembrarono allettanti in quanto, l’ assenza di esborso di danaro, veniva incontro al momento economico poco allegro della mia azienda, non che i precedenti lo fossero stati. Anzi in pratica mai se ne videro e mai se ne conobbero. La richiesta del vino, anche se a volontà non avrebbe comportato un impegno economico particolarmente gravoso, pertanto accettai.
Infelici valutazioni !
Da lì a pochi giorni, Tano venne a lavorare con me. La mancanza di una retribuzione, portò lui a rivestire i panni del padrone, ed io quelli del garzone. Quanto all’accordo sul vino, il consumo si dimostrò superiore ad ogni inimmaginabile aspettativa e previsione. Ma la simpatia, la stima, l’allegria ed il cameratismo che si era instaurato, coprivano tutte le incongruenze del caso.
Tano, era un mistrettese come tanti. Cortese, affabile, sempre allegro, e quando parlava non capivi mai se diceva la verità o si era inventato tutto. Non più giovane, il suo carattere ottimista e superficiale, era una buona ipoteca sui giorni che gli restavano. Viveva in una casetta modesta e linda con la moglie Rosa, anch’essa ricca di anni. L’unico figlio, quasi diseredato o comunque ignorato dal padre perché astemio, era emigrato in Germania. Oltre Rosa, il suo amore di sempre era stato il bicchiere di vino. Sosteneva che era un amore nato prima di lui, e ne spiegava il perché : Sia il padre che la madre erano stati bevitori purosangue ( direi più esattamente purovino ), ed il loro amore era stato un amore a tre, il padre, la madre e la botte del vino, ma senza gelosie. Riteneva pertanto, che il suo amore con il vino fosse nato prima di lui, in quanto lo stesso latte materno ed addirittura il liquido amniotico della madre, durante la gestazione, sicuramente dovevano avere un tasso alcolico non indifferente. Lui, di conseguenza, per tradizione e fedeltà, non tradì mai questo amore.
Gli inviti a cena di Tano, erano per me fonte di notevole sconforto, ma che non riuscivo quasi mai a schivare, poiché, più che un invito, era un ordine imperativo che non ammetteva alcuna risposta. Lo stesso valeva per eventuali miei ospiti, che si onorava di invitare nello stesso modo categorico ed assoluto. Le cene di Rosa, erano un vero incubo, in cui le pietanze erano tutte molto condite ed in cui fritture, uova, cipolla, aglio e peperoncino, campeggiavano abbondantemente e pericolosamente. Ma la disinfettazione totale e continuata dell’apparato digerente con fiumi di vino, evitava forse danni maggiori e complicanze ben più gravi.
A tavola, il dialogo che si istaurava, non era da meno, che a parte i preamboli sulla salute, sul tempo e su chi era nato o morto a Mistretta, si svolgeva sempre uguale, quando non variava per la solita e scandalosa fuitina di qualcuno, o le corna di qualcun altro. Erano sempre il preludio alle schermaglie e rimbrotti tra Tano e Rosa, in cui si accusavano dei rispettivi difetti : Rosa accusava il marito di esser troppo esigente e pretendere mutande di popolino, anche se ammetteva che tale richiesta era anche giustificata dalla delicatezza delle sue parti intime ( scusando la frase ). Tano accusava la moglie di troppi capricci, che lo avevano costretto a sperperi nel rifacimento del bagno con la pretesa di un arredo in porcellina. Rosa accusava Tano di essere troppo trascurato anche con i mezzi da lavoro, ed ora dovevano sobbarcarsi una spesa non indifferente, per dover cambiare la motozappa a cui si erano fuse le sbronzine.
Ma anche nei momenti in cui lo scontro era più violento, o quando i sensi e le percezioni diventavano più sfocate dopo l’ennesimo bicchiere, quando lo sguardo di Tano o di Rosa, si posava sul compagno o la compagna, potevi leggere un amore immenso, un sentimento sempre vivo, una passione che anzicchè spegnersi col tempo, diventava sempre più grande. Amori che furono
Paolo Giaconia
benedetta
Messaggi: 7
Iscritto il: 17 mar 2008, 1:23

Re: L'amore che non fu

Messaggio da benedetta »

....... e ritornammo a riveder le stelle.
…….buone nuove, cari amici.
Ho ascoltato di nuovo il ruggito di Paolo Giaconia……bel tempo si spera.
Dina
ROBERTA SINAGRA
Messaggi: 1
Iscritto il: 12 mag 2008, 14:30

Re: L'amore che non fu

Messaggio da ROBERTA SINAGRA »

Gentili Signori ed amici del Centro Storico,
L’ intervento di Rosin60 seguito da quello di Paolo Giaconia, sono due aspetti di interpretazione della vita, degni di un pensiero filosofico o di una corrente psicologica.
Due aspetti contrapposti, le due facce di una moneta che sono il prezzo e la decima della nostra vita.
E se Rosin sa farsi del Suo ‘perché’ una ragione di vita, Paolo, nella Sua turbolenza, sa farsi un perché della felicità altrui.
E’ difficile poter dipingere o interpretare Rosin, che ci si presenta come la gran signora col viso nascosto dal velo, o l’orientale bellissima costretta dal burka a mostrarci solo gli immensi e tristi occhi neri, che sono poi la sua anima.
E’ facile farlo per Paolo, perché la Sua solarità parla da se. Si dipinge da solo, già nel ‘viddano’ . Gioca con gli antenati, e danza con la vita. Ma poi, è veramente così facile dipingerlo, se il tempo di prendere il pennello, lui è già un’ altro ?
Bravi. Bravi entrambi ma talmente agli antipodi caratteriali, da rendervi uguali.
Ma ciò che mi chiedo, è cosa esista tra questi due estremi ? La normalità o la banalità ? la tela bianca o i toni accesi ? Lo squallore o l’esaltazione ? Salgari o Molière ?
Un caro saluto, ed ancora BRAVI !!
Roberta Sinagra
paologiaconia
Messaggi: 53
Iscritto il: 10 mar 2008, 22:05
Località: Palermo

Re: L'amore che non fu

Messaggio da paologiaconia »

Gentile Signora Sinagra, cari amici del forum,
Voglio innanzi tutto ringraziarLa per le parole e gli apprezzamenti espressi sull’argomento.
Sono d’accordo con Lei nel ritenere lo scritto di Rosin60 e di tutto ciò che vi orbita intorno, di notevole valore e rilevanza.
Un grande equilibrio, una sintonia perfetta tra il profondo e la quotidianità, tra l’essere e l’anima.
Si tratta di uno di quegli scritti che si legge, su cui si riflette, poi si rilegge, e si riflette ancora; ed ogni volta matura, rivelandoci pigmenti, profumi e sapori sempre nuovi, sempre più delineati, sempre più reali. E non ci stupiremmo se l’autore bussasse alla nostra porta.
Il Suo ‘perché’, è la Sua vita, la Sua serenità, il Suo sentiero. A differenza della gente vuota, della gente fatta di tessuti e di energia, per i quali i ‘perché’ sono solo angoscia, squilibri e confusione dettati da confuciane negatività.
Il riferimento che l’autore fà al nostro Alfonso Marchese è quanto mai appropriato, come la Sua volontà di celarsi dietro una sigla ed offrirci, come giustamente Ella ha intuito, solo, attraverso i suoi occhi, la sua anima.
Mi permetto rispettosamente di dissentire da Lei, nella interpretazione di un panorama, direi quasi di un Olimpo, che spazi tra Rosin e me.
Sono ben poca cosa ! solo in grado di pensare che se ad un Olimpo di pensiero e di sensibilità si allude, credo che il posto tocchi a Lei che ha saputo tradurre, scavare e dare forma alle voci dell’anima di Rosin, dimostrandoci una sensibilità, una capacità interpretativa, ed intuizioni molto rare, anche se gli amici della Redazione del Centro Storico, che, coscienti del Suo valore, hanno avuto la stessa percezione, decidendo di pubblicare l’opera, in modo, che potesse essere apprezzata da una platea più ampia.
Un cordiale saluto a tutti,
Paolo Giaconia
Riccardo Spinnato
Messaggi: 4
Iscritto il: 22 apr 2008, 12:53

Re: L'amore che non fu

Messaggio da Riccardo Spinnato »

Cari Signori ed iscritti del forum,
Ho seguito e continuo a seguirvi su tutte le problematiche poste. Ma, perdonate il mio scetticismo, fino a quando non riuscirete a coinvolgere l’Amministrazione, qualsiasi sforzo o contributo, o buona volontà, resterà solo tale : L’ammirazione di chi vi ascolta, la Vostra coscienza di aver tentato, la riconoscenza di Mistretta. Ma contro un muro di gomma, tutto ritorna contro chi ha la buona volontà di dare e di fare. Comunque, il mio augurio più sincero è che possiate sbloccare questa fase, e se ci riuscirete, vedrete che poi la strada vi sembrerà tutta in discesa.
Manco da Mistretta da qualche anno, ma penso che vi ritornerò quanto prima. Questa mia decisione la devo a Voi tutti, principalmente al Centro Storico ed al forum. Non Vi sembra di fare con il Vostro impegno già sufficiente accoglienza ? Grazie !
Ricordo che a settembre vi è la ricorrenza della Madonna della Luce, caratteristica per il ballo dei Giganti. Ma spero, prima di allora aver la fortuna di assistere ancora alle danze straordinarie di Rosin, Roberta Sinagra e Paolo Giaconia. Giganti solitari del nostro tempo che volteggiano in una foresta di gnomi con la musica del vento. Anime e uomini senza età tra i ruderi del tempo
Un cordiale saluto,
Riccardo Spinnato
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Giuseppe Sirni
Messaggi: 76
Iscritto il: 30 mag 2008, 8:52
Località: MILANO
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Re: L'amore che non fu

Messaggio da Giuseppe Sirni »

gentili amici del forum,
anche io, nel mio piccolo, vorrei dare un contributo in questo spazio delicato che va a toccare l'animo umano, ma non lo farò con le parole, ma con le immagini.
si tratta di due miei quadri che nel loro piccolo raccontano una storia che parla del tempo che passa, delle attese, delle illusioni e delle occasioni mancate. è anche una metafora sull'incomunicabilità tra le persone, di come al giorno d'oggi sia difficile incontrarsi, di come l'uomo sia solo.
il primo quadro si intitola "L'attesa". lui aspetta nella penombra che qualcuno varchi la soglia che sta alle sue spalle, immerso nei suoi pensieri il tempo sembra fermarsi, l'eternità sembra interporsi tra lui e il momento in cui lei potrebbe apparire.
il secondo quadro si intitola "la foto". lei è arrivata nella stanza ma lui non c'è, trova solo una foto.
non voglio dire altro. chiedo solo che siate voi ad interpretare ad andare oltre le apparenze di quello che raffigurano i due quadri, il perchè.
Vi invito a fare il contario di quello che di solito succede davanti allo schermo, dove assistiamo impassibili alle immagini senza che qualcuno ci ponga una sola domanda.
scusate se con le parole non ci so fare, forse è meglio far parlare i quadri. spero che riescano a trasmettervi qualcosa.
grazie.
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Ultima modifica di Giuseppe Sirni il 20 giu 2008, 8:33, modificato 3 volte in totale.
Giuseppe Sirni
lucio manno
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Iscritto il: 27 mar 2008, 20:07

Re: L'amore che non fu

Messaggio da lucio manno »

Che Mistretta punti ad un Nuovo Rinascimento, così come ne ha avuto sentore per prima la Signora Franca Spinnato Vega, mi sembra più che legittimo. Anche perché tutto sembra dimostrarlo.
Paolo Giaconia, Rosin, Roberta Sinagra, Riccardo Spinnato e Benedetta, costituiscono gli uomini di questo nuovo domani, e ben lo rappresentano, menti fertili ed eccelse da cui tutto può nascere. Le loro armi : le parole, i sentimenti, le riflessioni.
Le Loro parole sono strali, e le Loro frasi universi.
Quando Rosin dice : Perché, non fu amore, quando fu amore.
Quando Paolo scrive : non ci è chiaro se Garibaldi abbia fatto la cassata o la frittata
Quando Riccardo scrive : aver la fortuna di assistere ancora alle danze straordinarie di Rosin, Roberta Sinagra e Paolo Giaconia. Giganti solitari del nostro tempo che volteggiano in una foresta di gnomi con la musica del vento. Anime e uomini senza età tra i ruderi del tempo
Quando Roberta dice :E’ facile farlo ( definire ) per Paolo, perché la Sua solarità parla da se. Si dipinge da solo, già nel ‘viddano’ . Gioca con gli antenati, e danza con la vita. Ma poi, è veramente così facile dipingerlo, se il tempo di prendere il pennello, lui è già un’ altro ?
Ed altro ancora.
Non Le sembra, Signora Franca che il Rinascimento è già in corso ?
Cerchiamo di scoprire altri talenti, assistiamoli ed incoraggiamoli a continuare su questa strada.
Un cordiale saluto
Lucio Manno
ROSIN60
Messaggi: 3
Iscritto il: 13 mag 2008, 0:28
Località: TORINO

Re:ARCHI

Messaggio da ROSIN60 »

In un Congresso, poco meno di un mese fa, un distinto signore mi avvicina, si presenta, Professore. . . ,e dopo i convenevoli di rito mi domada :
- Dal Suo accento, mi sembra intuire che è siciliana, anche se i Suoi occhi chiari sembrano smentirlo. Anch’io lo sono un po’, mia nonna lo era.
Forse un po’ infastidita da quel contrattempo, avevo solo voglia di andare in camera a riposare, ma per educazione e cortesia gli risposi :
- Si, sono siciliana. Molti siciliani hanno gli occhi chiari, chissà, forse un’eredità normanna o angioina, ma poi, nei secoli, le guerre, chissà.
Il Professore continua :
- Mia nonna era di Catania e Lei ?
Rispondo subito :
- Di Mistretta.
Quella risposta non mancò di stupirmi. Mi promisi di rifletterci sopra.
Non sono mistrettese, né tanto meno avvezza a mentire. Ed allora . . .
Che in quella risposta ci fosse un po’ del Centro Storico, del forum, di Paolo Giaconia, di Lucio Manno, di Benedetta, ne sono certa !
Il mio rapporto con Mistretta è stato molto labile e diluito nel tempo.
Cominciai a conoscerla a dieci anni. Mio padre, ogni anno non mancava di fare visita a dei cugini che vi abitavano e spesso, ci fermavamo da loro per un po’.
In quei giorni, mio padre, sembrava un’altra persona, l' osservavo di nascosto, e mi sembrava di capirlo di più, soprattutto, quando incontrava un vecchio compagno del liceo di cui aveva perduto le tracce. Un nonsocchè, una luce negli occhi ed una nuova adolescenza sembravano rinascere.
Quei giorni volavano, ma la loro intensità li scolpivano.
Giorni pieni ed intensi del niente, del molto, che è tutto.
Oltre che osservare mio padre, senza che se ne accorgesse, e saziarmi della sua gioia, la mia passione erano gli archi delle case.
Li cercavo, andavo alla loro scoperta, gioivo nel trovarne uno nuovo. Ero Colombo e Marco Polo messi insieme. Li osservavo da un lato e poi dall’altro, da tutte le prospettive quasi per ore. Cornici. Cornici pacate del tempo, della gente, dei giorni, di tutto, del niente, delle gioie, del dolore, delle angosce, delle speranze. Di bimbi e di vecchi, di amori e di rimpianti, di pace e di guerre, di segreti. Quanti segreti. Di non detto, di baci d’innamorati, di lacrime nel buio, alcove della nostra solitudine, delle nostre visioni, dei nostri amori segreti. Confidenti, complici.
Perché gli archi sono sempre bui ? Forse perché al buio ci sei tu. Ci sei tu perché lo voglio. Ci sei tu perché lo desidero. Perché lì sono con te. Tu stai in silenzio, immobile, ma mi parli, i tuoi occhi che non vedo mi parlano. Mi amano, perché io ti amo. Anche perché come sempre tu non ci sei.
Archi, sempre archi, a terra lastre di pietra corrose da lacrime, in alto volte scrostate dal sale del dolore e annerite dal fuoco dei sentimenti. Sui muri, scolpite le parole della passione.
Ma il mio arco era uno ed uno soltanto. Come tutto in amore è sempre al singolare. Solo sotto il mio arco ritrovavo me stessa. Le mie passioni, le mie speranze. Le bugie della mia vita.
Quando lo rividi dopo anni, era ancora là. A sostegno di un ballatoio ormai dimenticato da tutti, abbandonato da tutti, con una porticina che forse nessuno avrebbe più potuto aprire, o voluto aprire.
ROSIN6o
paologiaconia
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Re: Archi

Messaggio da paologiaconia »

Cari amici del Centro Storico, gentile Rosin60,
La Sua seconda opera “Archi”, conferma l’impressione avuta dalla lettura della prima, e ci porta all’unanimità a considerarLa una scrittrice di rango. Che abbia scelto il nostro piccolo forum o circolo, ci onora e ci sprona a non lasciarLa sola, in questa missione o crociata. Faremo del nostro meglio. Speriamo che altri ci aiutino, fermo restando che Ella, per la sua capacità, cultura e sensibilità resterà nei nostri cuori la punta di diamante di questa impresa.
Sotto le ali protettive e materne di Mistretta, e con le armi che il Centro Storico ci mette a disposizione, stiamo cercando di sviluppare la rinascita di una cultura e di una sensibilità, che stava quasi per perdersi.
Cultura. Una parola che fa paura a tanti come molto di ciò che non si conosce. Si pensa alle tante odiate versioni dal greco, oppure a Cicerone o Platone. Se a ciò si unisce che la cultura non paga e non ha mai pagato, non so dove cercare le menti elette, che pur, sono certo, ci sono.
Cultura ed arte, sono oggi, non solo quelle classiche, ma anche tanto altro : Teatro, cinema, musica, dialetti, legende, moda, costume, nuove mode letterarie e nuovi orizzonti artistici. Riscoperte e rivisitazioni dell’antico e nuove proiezioni future. C’è tanto e per tutti.
Lei, gentile Signora Rosin, continui sulla strada intrapresa, dove già ha saputo farci dono di autentiche e pregevoli gemme, in grado di ridestare in chi la legge, il risveglio di quella sensibilità ormai assopita ed il gusto e desiderio di saper nuovamente apprezzare ciò che veramente vale.
Un brava ! ed un grazie di cuore.
Paolo Giaconia
ROSIN60
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Località: TORINO

Re: L'amore che non fu

Messaggio da ROSIN60 »

Stimolata dalle deliziose parole di Paolo Giaconia, continuo sulla stada intrapresa, nella speranza di sciogliere il cuore di qualcuno che possa così dare all’uomo o alla donna della sua vita tutto quell’amore di cui sicuramente è capace. Con l’impeto di quei sentimenti che fino ad oggi non ha mai voluto usare ed a cui non ha mai dato sfogo. Se questo miracolo avverrà, sicuramente la mia vita non sarà stata vana.

Mio padre era venuto a mancare da appena un mese, quando decisi che dovevo e volevo rivedere Mistretta.
Lui se ne era andato senza un lamento, con il sorriso di sempre; altruista con tutti e con me in particolare, anche se forse ha sofferto negli ultimi giorni della sua vita, non lo dette mai a vedere per non creare altro dolore a chi l’amava.
Con lui finiva tutta la mia famiglia e la parentela che non avevo mai avuto, come tutte le cose belle della vita.
Sapevo che era figlio unico e della sua parentela ho conosciuto solo un cugino, lo zio Biagio e sua moglie che vivevano a Mistretta. Da parte di mia madre non ho mai saputo nulla. L’unico amico di mio padre era Giacomo, che viveva lontano e si vedevano di rado. Giacomo era anche il padre della mia amica più cara Paoletta, e di conseguenza anche vedere lei era sempre difficile.
Con la morte di mio padre, dalle macerie della mia vita restava molto poco da salvare : Gli archi di Mistretta. Da lì la decisione di tornarvi.
Pensai di fermarmi qualche giorno, per rivedere gli archi, così come ogni tanto fanno le persone che vanno in visita da parenti ed amici.
Credo di averli rivisitati tutti, e credo di non aver fatto torto a nessuno di loro dimenticandolo.
Lasciai volutamente per ultimo il ‘mio’ arco. Meritava qualcosa di più, speravo che mi dicesse qualcosa di più.
L’ultimo giorno della mia vacanza, volli dedicarla a lui.
Lo trovai subito, sempre lo stesso, forse un po’ più scrostato.
Rimasi del tempo a guardarlo. Poi, una giovane uscì sul balcone di fronte a prendere dei mazzi di origano e rientrò. Di lì a poco, tornò sul balcone con della roba da stendere ad asciugare e cominciò l’operazione. Notai che, anche se un po’ trasandata, era bella. Era bella anche quando, ogni volta che stendeva, una ciocca di capelli sfuggiva dal fermaglio e gli pendeva sulla fronte. Lei, con pazienza, con il gomito la riportava su. Ma ad ogni panno steso, immancabilmente, la ciocca era di nuovo giù: Sembrava più un bambino dispettoso che una ciocca di capelli. Era bella anche quando aveva in bocca due o tre mollette di legno che la costringevano ad una smorfia surreale.
Non volevo dare l’impressione di spiare la gente. Quindi mi ritrassi nel buio dell’arco che osservai con più attenzione: Due sedili di pietra ai lati, una porticina di legno a due ante, una finestrella buia con una grata in ferro ed una fitta rete arrugginita con delle maglie già quasi coperte da ragnatele e polvere.
Aspettando che la giovane rientrasse, provai a spingere la porta, ma non diede nessun segno. Guardai attraverso la finestrella e vidi solo buio.
La donna, ancora stendeva i panni. Mi ritrassi di nuovo nell’ombra dell’arco ad aspettare. Sentii venire dal buio della finestra una voce fioca ma chiara, una poesia o una canzone, non saprei.
Allora chiesi:
Chi c’è. C’è nessuno ?
Una voce, quasi un bisbiglio, mi rispose :
Sono io

Io chi ?
Io. L’amore
Avevo il cuore in gola, ma capivo che non era uno scherzo, e chiesi :
Cosa fai al buio ?
Ti guardo
Ma io non ti vedo
Sta a te vedere l’amore
Che aspetto hai
Quello che vuoi
Tu mi conosci ?
L’amore conosce tutti
Io ti conosco o posso conoscerti ?
Devi decidere tu se conoscere l’amore
Tremavo. Ma chiesi :
Cosa vuoi da me ?
Fuggire insieme
Dove ?
In fondo al mare. In cielo. Su una nuvola. Dove vorrai tu.
Quello che mi chiedi è pazzia
In amore tutto è pazzia altrimenti sarebbe calcolo
Ma hai pensato a come vivremmo, di cosa vivremmo ?
D’amore
Ma tu cosa fai nella vita
Ti amo
E di cosa vivi
D’amore
E dove prendi i soldi per mangiare, per vestirti, per la casa ?
L’amore non conosce il danaro e non ne ha bisogno
Da quanto mi conosci ?
Da sempre
Come farai ad uscire da lì ?
Dimmi che anche tu mi ami, la porta si aprirà ed io verrò da te
E se mi accorgessi di non amarti ?
Lo farò io per entrambi
E se mi accorgessi di non volerti più ?
Me ne andrei
Dove ?
In cerca di amore o di chi cerca amore
Allora mi tradiresti ?
Non è tradire essere scacciati.
Non so. Mi sento confusa. Non so casa fare. Cosa dire.
Dici che mi ami. Dimmi che mi apri. Dimmi si. O dimmi no, ma non lasciarmi in questa pena
Non so che dire. Mi vien da piangere
Dimmi
Ero confusa, impaurita.
Dissi : NOO
E fu silenzio
Capii che la ragione e l’equilibrio avevano ucciso l’amore.
Mi allontanai piangendo e ripetendo con un fil di voce : Assassini. Assassini.
Vidi la mia ombra riflessa su un muro. Dissi : Assassina.
Non piansi più. Le lacrime erano sparite.
Ma anche il sorriso. Per sempre.
ROSIN60
miri
Messaggi: 24
Iscritto il: 10 apr 2008, 12:28

Re: L'amore che non fu

Messaggio da miri »

Cara Rosin60!
Non credo servano molte parole ma un semplice (e forse un pò" banale" ) BRAVA credo possa esprimere tutta l'ammirazione che ho per Lei. Le sue parole toccano il cuore, continui così.
La saluto con affetto, Miriam Di Salvo.
paologiaconia
Messaggi: 53
Iscritto il: 10 mar 2008, 22:05
Località: Palermo

Re: L'amore che non fu

Messaggio da paologiaconia »

Gentile e brava Rosin,
Mi accomuno a quanto espresso da Miriam. Avrei una volta tanto potuto fare uso del silenzio, ma anche provandoci, la dolcezza delle Sue parole e la forza dei suoi sentimenti, me lo hanno impedito. Approvo Miriam e le rinnovo ancora BRAVA !
Con stima ed ammirazione,
Paolo Giaconia
Antonino Testagrossa
Presidente
Messaggi: 4
Iscritto il: 4 lug 2008, 15:18
Località: Mistretta

Re: L'amore che non fu

Messaggio da Antonino Testagrossa »

Cara Rosin60 ,
oggi che viviamo in una società fatta solo di immagine e di apparenza, e dove certi valori e sentimenti sembrano cose d’altri tempi, Lei ci ricorda con i suoi componimenti , che l’uomo non può fare a meno dell’unico sentimento che lo rende unico nell’universo. Anche quando l’amore viene “ assassinato “ perché si ha paura di soffrire o di non sapere amare. Noi non sappiamo quali vicissitudini ha dovuto sopportare nella sua vita, ma sicuramente non hanno scalfito la sensibilità della sua anima.Sensibilità che affiora anche quando ricorda con gioia e tristezza le vacanze passate a Mistretta con suo padre che ricorda teneramente. Gli archi che sembrano raccontare le vite di tante generazioni che si sono succedute nei secoli , con i loro dolori, le loro speranze e le loro gioie , rimangono testimoni muti a chi non sa ascoltarli , mentre l’incuria ed il tempo proseguono la loro opera di distruzione. Anche io , voglio unirmi al BRAVA ! di Paolo Giaconia e Miriam Di Salvo.
Cordiali saluti a Lei , e a tutti gli amici del forum - Antonino Testagrossa
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