Oggi è il 23 Maggio, non un giorno qualunque, è il giorno in cui sedici anni fa moriva , per mano di mafia, il magistrato Giovanni Falcone. Il mio messaggio vuole, senza retorica, ricordare un grande Uomo, che ha pagato con la vita il suo amore per la giustizia, la sua voglia di legalità, il suo aver detto no alla mafia. Dimenticare non si può, ricordare si deve: Giovanni Falcone, un Uomo, un esempio, un modello a cui ispirarsi.
Il ricordo va, è ovvio, anche agli uomini della scorta e alla moglie del magistrato, morti con lui quel drammatico pomeriggio di sedici anni fa.
Miriam Di Salvo.
PER NON DIMENTICARE
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Re: PER NON DIMENTICARE
23 maggio 1992: come ogni sabato, telefono dal Senegal alla mia amica in Sicilia.
Appeso come uno spasimante ad una cornetta frusciante, apprendo di quell’immenso cratere che come un inferno dantesco ha accolto la promessa di una terra maledetta e violentemente stuprata.
Il sole dirompente del Senegal mi sembrò improvvisamente troppo irriverente per quel giorno nero come la fuliggine di una speranza bruciata.
Ancora oggi sento la gola stringersi a quel ricordo.
Ancora oggi la collera e la frustrazione di quel giorno di sedici anni fa mi scuotono.
Ancora oggi la disarmante lucidità di quella frase pronunciata ai funerali, “Io sono il prossimo”, mi annebbia la vista.
Anni prima, il commissario, fratello del mio compagno di classe Montana, si era fatto crivellare di piombo sulla spiaggia.
Oggi vivo in una terra dagli odori e dai sapori diversi. Eppure, quelle storie del passato dell’emigrante che sono mi ancorano ad una consapevolezza che trovo difficile collocare.
Forse per questo scrivo in un forum virtuale.
Forse per questo non vengo in Sicilia da anni.
Forse per questo ho voluto recentemente rileggere Lo straniero di Albert Camus e Nato in Sicilia di Enzo Russo.
Miriam, la ringrazio per il suo messaggio e le porgo i miei più sentiti saluti...con un piccolo nodo alla gola.
Guglielmo Tita
Appeso come uno spasimante ad una cornetta frusciante, apprendo di quell’immenso cratere che come un inferno dantesco ha accolto la promessa di una terra maledetta e violentemente stuprata.
Il sole dirompente del Senegal mi sembrò improvvisamente troppo irriverente per quel giorno nero come la fuliggine di una speranza bruciata.
Ancora oggi sento la gola stringersi a quel ricordo.
Ancora oggi la collera e la frustrazione di quel giorno di sedici anni fa mi scuotono.
Ancora oggi la disarmante lucidità di quella frase pronunciata ai funerali, “Io sono il prossimo”, mi annebbia la vista.
Anni prima, il commissario, fratello del mio compagno di classe Montana, si era fatto crivellare di piombo sulla spiaggia.
Oggi vivo in una terra dagli odori e dai sapori diversi. Eppure, quelle storie del passato dell’emigrante che sono mi ancorano ad una consapevolezza che trovo difficile collocare.
Forse per questo scrivo in un forum virtuale.
Forse per questo non vengo in Sicilia da anni.
Forse per questo ho voluto recentemente rileggere Lo straniero di Albert Camus e Nato in Sicilia di Enzo Russo.
Miriam, la ringrazio per il suo messaggio e le porgo i miei più sentiti saluti...con un piccolo nodo alla gola.
Guglielmo Tita
Re: PER NON DIMENTICARE
Grazie a Lei, professore Tita.
Come in un suo precedente intervento ebbe modo di scrivere " un popolo senza memoria è un popolo senza anima"; ergo
ritengo che il ricordo di ciò che è stato vada sempre tenuto "vivo".
Un caro saluto, Miriam Di Salvo.
Come in un suo precedente intervento ebbe modo di scrivere " un popolo senza memoria è un popolo senza anima"; ergo
ritengo che il ricordo di ciò che è stato vada sempre tenuto "vivo".
Un caro saluto, Miriam Di Salvo.