Una rivoluzione culturale

Torno a occupare questo spazio dopo una pausa di silenzio e non posso non dedicarlo a quanto sta succedendo nella nostra Mistretta. Non mi dilungo nella cronaca, ne parla ampiamente Rosalinda Sirni nei suoi articoli e poi il Web ci tiene costantemente informati attraverso

Fb e principalmente attraverso il sito del movimento Effe251. Al di là della cronaca, dicevo, bisogna fermarsi a riflettere su quanto sta succedendo alla nostra cittadina.

Prima considerazione: la città trova una nuova compattezza. Ma in questa compattezza si inseriscono alcuni fenomeni strani, con anche strani silenzi e strane assenze. Altra considerazione: le notizie che arrivano parlano di ridimensio­namento dell’ospedale (mi sembra errato parlare di soppressione, come se si chiudessero tutti i battenti e i locali destinati ad altra attività), è in pericolo il Tribunale, non si parla più di carcere nuovo e non si sa se resta quello che attualmente c’è, ecc. Per cui mi sembra logico dover dire che dovremo imparare a convivere senza istituzioni come tanti Comuni che ne sono privi da sempre. Questo non sarebbe un dramma se una città come Mistretta avesse mostrato in passato di “sapersi riciclare” -ed è questo che mi preoccupa: la difficoltà di voltare pagina, Ma attenzione non sto invitando nessuno a desistere dalla lotta, anzi ritengo che bisogna continuare a difendere istituzioni e con essa l’identità della nostra città e la nostra storia. E soprattutto la nostra dignità di cittadini, calpestata dalla pervicace insensibilità di chi è abituato a ragionare “solo con i numeri” (ma sono solo questi che spingono?). Cosa si può fare? un paio di idee ce l’avrei, non incito alla rivoluzione armata ma alla rivolu­zione culturale, alla necessità di riprendersi il ruolo di cittadini attivi. Ci hanno restituito i certificati elettorali? Non usiamoli per un turno. L’amministrazione comunale non è ascoltata dalle altre istituzioni? Rimettano gli amministratori il mandato nelle mani del prefetto, ma non da soli, con tutta la cittadinanza! 4000 elettori a Messina!
L’importanza è essere uniti e che nessuno faccia calcoli di bottega!
Gennaio e febbraio ci hanno privato di tanti personaggi da Vincenzo Consolo, ad altri carissimi amici: Don Lucio Oreste e il sig. Ciccio Portera – li ricordiamo nelle pagine di questo numero- Ma Tatà Lo Iacono da uomo e cronista, attento e sensibile, ci segnala nel suo sito la scomparsa di Mario Lo Iacono, portava la gran cassa nella banda musicale, e poi faceva tante altre cose, un personaggio, a suo modo della vita cittadina. Anche lui merita un ricordo. Vi invito a leggere su www. mistretta.eu quello che Tatà scrive. Segnaliamo anche altre novità: apprendo sempre da mistretta.eu l’apertura del sito di Lucia Porrac­ciolo e Giuseppe Salerno. Lucia Porracciolo, giornalista professionista, già a Telemistretta poi ad Onda TV, ora con un sito suo proprio (e quindi con una sua televisione seppure via Web) torna a far “sentire” la sua voce- bentornata nel mondo della informazione anche a dimostrare quanto questa città di Mistretta sa dare nel campo della cultura, della intelligenza, degna del suo appellativo, capitale dei Nebrodi! Visitate il sito allVision.it ­Riprendete a visitare anche il nostro sito www.centrostorico.altervista. org troverete cose nuove e nuove sorprese, a cominciare dal giornale sull’IPad. Ne riparleremo presto! Pubblico una poesia della Madre Superiora delle Figlie della Croce che sono a Mistretta. Una poesia semplice che ha una sua delicatezza e levità che ne fanno un piccolo capolavoro. Le suore della Croce sono da “sempre” a Mistretta! Aiutiamole!

 Giuseppe Ciccia


LA PANCHINA

Pensierosa su una panchina
Stava una splendida vecchina
Guardava tranquilla gli alberi spogli
Stecchiti senza rami né germogli
Di gennaio il tiepido sole
Illuminò le sue pupille
E sul suo volto sbriciolò
Le sue scintille
Pregò “O sole che sorgi a fasci
E quando tramonti sembra che sparisci
Penetri dentro e come laser guarisci
Feconda la terra col colore,
riscalda le mie ossa per favore .
Una bimba chiamando la nonnina
Volle carezzarla con la manina
Teneramente si mise a guardare
E con mille domande interrogare
“Perché sei curva e piccolina?
E non corri con me questa mattina?
Perché quando ti alzi barcolli?
Ti appoggi al bastone quando balli?
Ti salta la dentiera mentre parli?”
La nonnina rise a crepapelle
Prendendo a stento le stampelle
non rispose alla bimba molto bella
Dal viso rosso e paffutella
Quella bimba curiosa dal volto luminoso
Alla sua memoria avrà richiamato
Il sorger del sole del suo passato
E del presente il tramonto quasi
addormentato
Altri tempi eran quelli
volevamo il fiocco rosa
Intrecciato tra i capelli
Domande indiscrete come queste
Le facevano solo i monelli

Suor Maria ACUTO